“Nature never did betray
The heart that lov’d her”
– Tintern Abbey, William Wordsworth
Eccoci giunte all’ultima tappa dei miei racconti di un viaggio nel Lake District. Se desideri ripercorrere l’intero viaggio, trovi la prima tappa a questa pagina e la seconda tappa qui. Ti ricordo che per non distrarre la tua lettura, tutti i link utili e le menzioni all’interno di questo post sono in fondo alla pagina.
In questa terza e ultima tappa:
- Al lavoro con la lana Herdwick
- Riflessioni sull’importanza dell’esposizione al mondo naturale
- Su e giù per le colline di Grasmere
- Passeggiata con vista a Windermere
- Solitarie esplorazioni e una visita ai fratelli Wordsworth
Il mio viaggio nel meraviglioso Lake District in compagnia della Beatrix Potter Society continua con nuove esplorazioni e attività anche se oramai il nostro tempo insieme sta per scadere.
È una mattina dal solito clima variabile, a tratti c’è il sole, a tratti piove ma sono bastati pochi giorni di permanenza qui per entrare in sintonia con questa variabilità. Vediamo cos’ha in serbo per noi questa nuova giornata.
Al lavoro con la lana di Herdwick a Town Head Farm con Emma Benson
Dopo aver tanto parlato delle pecore Herdwick e della loro lana unica, eccoci a testarne le caratteristiche. Siamo alle porte di Grasmere nella fattoria Town Head sotto tutela del National Trust come gran parte delle tenute qui nel Lake District.
Emma Benson, farmer e allevatrice di pecore Herdwick, ci guida nella tecnica dell’infeltrimento a secco. Lavoriamo con aghi specifici per questa tecnica e un tappetino anch’esso di lana infeltrita. L’azione degli aghi sulla lana non lavorata consente di renderla compatta e darle forma.
Lavoriamo con la lana Herdwick (quella grigia scura) e con una lana di altre razze locali (quella bianca).
Il profumo di queste lane è campestre, ruvido ma così autenticamente genuino, indice che la manipolazione umana è stata minima. È peculiare come noi umani abbiamo la costante pretesa di raffinare ciò che la natura ci dona. Siamo talmente immersi in questa missione che quasi tutto intorno a noi sta perdendo quell’aspetto puro e selvaggio. Questa manipolazione di fatto sta trasformando anche noi: disconnettendoci dall’autenticità della natura rinneghiamo ciò che siamo nel profondo. L’esposizione alla natura è un elemento essenziale per il nostro benessere: sintonizza le nostre molteplici sfaccettature sulla stessa nota e tutto dentro di noi sembra fluire al ritmo di un rinnovato senso di calma.
“Respiravo più profondamente di quanto non avessi fatto prima e, per la prima volta di cui io abbia memoria, era una gioia respirare e sentire l’ossigeno fluire attraverso i miei polmoni, in circolo nel mio corpo a risollevare il mio cuore e liberare la mente… sembrava un mio diritto. Mi sentivo forte come se, allo stesso modo di quell’albero, fossi stata in grado di sopportare qualsiasi violenta tempesta che fosse venuta ad abbattersi. Il mio cuore era sul punto di schiudersi, crescere e diventare vasto e profondo come quei laghi, ampio come quei boschi.”
– I belong here. A journey along the backbone of Britain, Anita Sethi*
Al di fuori delle finestre del cottage di ardesia imperversa un clima infuriato: il vento soffia forte e scuote i cespugli di buddleja, la pioggia si riversa testarda su queste terre che sembrano accoglierla con costante e benevola accettazione. È bello osservare questo spettacolo mentre le mani lavorano.
Come dico sempre, credo molto nell’atto del fare con le proprie mani, ci vedo molto di più della mera creazione di un oggetto più o meno utile. In questo caso però c’è dell’altro: manipolare la lana delle pecore locali significa mantenere una connessione con il passato e con l’eredità di queste lande. Ogni luogo ha peculiarità che lo contraddistinguono e credo sia di vitale importanza non cedere alle lusinghe dell’omogeneità tanto moderna quanto distruttiva.
La tecnica dell’infeltrimento è poi molto interessante, ha di certo radici antiche (come piace a me), è un baluardo a difesa della lentezza, offre duttilità e molteplicità di impiego. Merita sicuramente una più approfondita esplorazione che sarò lieta di condurre in un prossimo futuro.
A spasso per la deliziosa Grasmere, Lake District
Dopo l’irrinunciabile appuntamento con tè, caffè e dolcetti (quanto amo gli inglesi e le loro imprescindibili abitudini!) salutiamo Emma e la campagna per dirigerci verso la deliziosa Grasmere. Un paesino di piccoli negozi indipendenti, cottages di pietra locale, prati con pecore al pascolo che quasi si mescolano alle vie della città e tearooms dove il tè si beve in tazze ottocentesche. Un altro sogno che qui però è quotidiana realtà.
Prima di un ultimo pranzo insieme agli altri membri della Beatrix Potter Society, facciamo una capatina all’Herdwick Shop per vedere come la lana locale può avere usi del tutto attuali. Un progetto certamente ambizioso.
È giunto il momento di sorseggiare tè (in foglia!) nelle splendide tazze ottocentesche orgogliosamente in mostra nella vetrina di Baldry’s! Gli interni di questa deliziosa tearoom sono tipicamente inglesi: tavole di legno antico al pavimento che mostrano con fierezza i segni di un lungo passato, boiserie dipinte, specchi e un bagno in stile vittoriano (!!). Qui da Baldry’s come in molte tearooms e café locali, si può fare colazione, merenda, pranzo con una flessibilità praticamente sconosciuta a noi italiani. Che bello però concedersi sfizi culinari, coccolare i sensi e lasciare andare un po’ di rigidità.
Il tempo qua nel Lake District sembra scorrere velocemente, è giunto il momento di salutare un’altra parte del gruppo. Congedarsi è relativamente facile quando si è certi di rivedersi presto.
Resto a vagare per Grasmere con due nuove amiche nonché guide locali che mi mostrano bellezze meno note. Insieme ci arrampichiamo lungo vie di campagna e in un batter d’occhio ci ritroviamo tra querce secolari, prati più soffici di un tappeto di lana avvolte da una calda luce pomeridiana. L’incontro con lo scoiattolo Nutkin ci fa sorridere e ci sembra un segno inviato dalla nostra cara Beatrix Potter, colei che ci ha portate qui, colei che ha creato connessioni diversamente inimmaginabili.
Il mio cuore invia nuovi segnali di quiete, produce dolci sogni ad occhi aperti a cui mi lascio andare senza resistenza alcuna… Che incanto questo luogo! Nessuna foto può sintetizzare le sensazioni che trasmette.
Inesorabile arriva il momento di congedarsi anche da queste ultime compagne di avventure, adesso per me iniziano nuove e solitarie esplorazioni.
Un animo riservato e introverso come il mio ama trascorrere del tempo con spiriti affini con cui condivide passioni ed entusiasmi. È però con la sola compagnia di me stessa che si realizza la completa concentrazione dei miei sensi e tutto il mio sentire si acutizza.
Rientrata a Windermere decido senza troppi indugi di avventurarmi in cima alla collina di Orrest Head e godere del tramonto sui laghi.
Lo scenario quassù riempie gli occhi di autentica bellezza.
Una visita ai fratelli Wordsworth
Il sole sembra voler accompagnarmi in quest’ultima giornata tra i laghi inglesi, che dire, ne sono onorata. La mattinata inizia con la traversata del lago Windermere a partire dall’approdo di Bowness-on-Windermere. La mia prima destinazione è Waterhead, da lì poi proseguirò a piedi fino alla vicina Ambleside, cittadina viva e frizzante, molto frequentata dai turisti. Siamo stati qui nella tappa No. 2 per visitare l’Armitt Museum, ricordi? Passeggio per le vie principali, ficcanasando nei giardini dei deliziosi cottages di ardesia locale. Ci sono magnifiche ortensie ancora in fiore, deliziosi e delicati anemoni, generosi cespugli di rudbeckia, aster e la onnipresente buddleja.
Risalgo sull’autobus con il mio comodissimo biglietto giornaliero per nave e bus, la mia destinazione è il Dove Cottage di Grasmere: vado a fare visita ai Wordsworth.
“The loveliest spot that man hath ever found”
– William Wordsworth
Il trattamento che ricevo già a partire dalla biglietteria è inaspettatamente caldo e accogliente (continuo a non capire perché gli inglesi vengano definiti freddi e distaccati…). Il biglietto per la visita al cottage, al museo, ai giardini e al boschetto è valido un anno mi dice il ragazzo “così puoi tornare a trovarci quando vuoi” (ma che meraviglia, un’altra valida scusa per tornare, semmai ne servisse una!). Nel giro di dieci minuti io altre due ragazze veniamo guidate da Steve all’interno del cottage che William e la sorella Dorothy scelsero come casa dal 1799 al 1808. Ai fratelli si unì poi Mary (la moglie di William) nel 1802 e la famiglia si allargò.
L’atmosfera è permeata dalla presenza di William, di Dorothy e dall’eleganza dell’amore che ha dimorato qui, lo si avverte da subito, fin dalle stables. Il cottage è deliziosamente curato: ci sono riproduzioni dei giornali dell’epoca, degli scritti di William, delle pagine del diario di Dorothy. La loro quotidianità è come congelata, quasi fossero usciti di casa pochi istanti prima della nostra visita.
Steve (la nostra guida) mi invita ad indossare il “bonnet” di Dorothy (una riproduzione ovviamente), insieme facciamo considerazioni su come lo sguardo di una donna fosse obbligatoriamente direzionato in avanti con questo tipo di copricapo.
Mentre mi aggiro estasiata tra le stanze, le tavole del pavimento in legno massiccio scricchiolano sotto il peso dei miei passi, musica suadente per le mie orecchie.
Il tempo di permanenza all’interno del cottage è terminato, Steve ci invita a esplorare il giardino e il boschetto. La pioggia intensa non mi scoraggia per nulla, anzi, sembra perfettamente indispensabile per il mio intenso sentire. L’energia di questi due esseri umani è rimasta intrisa anche all’esterno, si sente forte e chiaro. Qui erano soliti passeggiare pressoché quotidianamente quando non si avventuravano in escursioni più impegnative nell’area dell’odierno Lake District. La natura che li ha ispirati ora ci restituisce il pulsare di quella forte passione.
La mente non può tradurre in parole ciò che il cuore percepisce, non ne ha gli strumenti, sono mondi che parlano linguaggi differenti. Pertanto mi riesce impossibile descrivere l’intensità del mio sentire durante la mia permanenza in queste terre.
Il mio invito quindi è quello di venire qui in questi luoghi e lasciare che il cuore si schiuda come un bocciolo di rosa scaldato dal sole della primavera e accogliere le emozioni che si affacceranno mano a mano.
Beatrix Potter mi ha condotta qui, le mie ricerche su di lei sembrano ormai essere un dolce riportarmi a casa. Le persone del passato che risuonano al ritmo della nostra anima, non possono che essere una guida, un faro nella costante incertezza della nostra vita. Seguire i loro passi ed esplorare i luoghi in cui hanno dimorato, che hanno amato e protetto, offre un’accelerazione nello studio delle loro vite. Tutto ciò che studiamo sui libri trova compimento nello spazio, le tracce dapprima incerte divengono più limpide e le connessioni scivolano magicamente al loro posto.
Adesso comprendendo l’indispensabile necessità di condurre le proprie ricerche nei luoghi oltre che nei testi scritti.
Grazie per aver seguito le mie esplorazioni. Spero di averti un po’ ispirata e di averti fatto viaggiare con me.
A presto con nuove avventure.
Donne d’ispirazione: Conversazioni attorno al tè
Beatrix Potter sarà la prima protagonista degli appuntamenti “Donne d’ispirazione – Conversazioni attorno al tè per lasciarsi ispirare dalle vite delle grandi autrici del passato”.
Ti invito a iscriverti alla lista d’attesa per sapere quando e dove si terranno i prossimi incontri.
Link utili
- La Beatrix Potter Society
- Emma Benson e i laboratori di infeltrimento
- *La citazione di Anita Sethi è tratta dal libro “The women who saved the English countryside” di Matthew Kelly ed è una mia traduzione
- Herdwick Shop a Grasmere (hanno anche uno shop online)
- Baldry’s Tearoom
- Wordsworth Grasmere (la casa, il museo e i giardini di William Wordsworth)
- Le altre tappe del mio viaggio: Tappa No. 1 e Tappa No. 2
- La mia newsletter per avere mie notizie nella tua casella e-mail, di tanto in tanto
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